Mia e l’acqua magica
C’era una volta una famiglia che viveva in un bosco magico. Era una famiglia molto rispettabile, il padre era il dottore del villaggio e la madre insegnava nella scuola. Avevano una figlia di nome Mia, una ragazza divertente, simpatica e creativa, sempre pronta a nuove avventure, con un carattere molto ribelle, il fratello Zenas invece studiava per diventare dottore proprio come suo padre. Mia era alta per la sua età, aveva un viso tondo con occhi verdi e intelligenti, dei bellissimi capelli rossi ondulati lunghi ed un sorrisetto furbo.
Indossava sempre vestiti color verde acqua e sapete perché? Perché quando è nata, una fata del bosco le aveva fatto una magia: avrebbe avuto una vita felice e realizzata se lei avesse indossato i colori del Lago. Inoltre, la fata le donó un potere magico: quello dell’acqua.
Mia crescendo si era stancata della sua vita nella casa del bosco:“ Ma basta! mi annoio! Mi sembra di essere un pesce dentro un acquario! Non voglio esser Ariel! Sarebbe magnifico poter volare e sentirmi libera! Come Iron Man, anzi no! Iron Woman!”.
Mentre Mia sognava ad occhi aperti, da lontano una voce “urlante”: “ Mia! Vieni immediatamente ad aiutarmi. Mi devi aiutare a lavare il bucato, a stirare i vestiti per tuo padre e tuo fratello; adesso sono a caccia e quando torneranno ci porteranno tanta selvaggina che noi cucineremo.”
E Mia rispose: “ma chi sono Cenerentola??”, sbuffando.
“Non vedi come è bello e forte tuo fratello!! Sta seguendo le mie orme! Bravo ragazzo!” Ripeteva sempre il padre.
Mia, invece, amava passare il suo tempo a disegnare e sognava di viaggiare e andarsene un giorno dal suo villaggio. Il padre però aveva altri progetti per lei: “Ci si siede composte come una signorina a tavola, se non impari l’educazione come farai a trovare un uomo rispettabile come me! Un giorno ti sposerai e diventerai moglie e madre di tanti piccoli nanetti!”
Mia rispose seccata :” E chi sono Biancaneve??”.
Appena poteva si immergeva nei suoi libri di pittura e nei suoi romanzi d’avventura, immaginando in futuro di essere una grande pittrice.
Un giorno, mentre lavava una pila interminabile di piatti, scoprì che con l’acqua le immagini dei suoi dipinti prendevano forma, l’acqua si colorava di mille sfumature e poteva realizzare i suoi quadri in un batter d’occhio!
Così si chiuse nella torretta della casa, armata di acqua e fantasia per sperimentare il potere magico appena scoperto e si rifiutò quel giorno di scendere per sbrigare le faccende di casa.
La madre allora le urlò dalle scale: “se ti ribelli al tuo destino allora rimarrai rinchiusa lì finchè non ti arrenderai alla tua sorte!”
“E chi sono Rapunzel?”
Il giorno seguente, Mia, mentre osservava il cielo e la vallata davanti a sé dalla finestra, vide in lontananza due figure su un tappeto volante gigante, cucito di tessuti sgargianti e urlò:“ Ehi voi due lassù!!!” Li chiamò a gran voce svegliando tutti gli animali del bosco. “Ehilà! mi date un passaggio?”
Erano due novelli sposi, in viaggio di nozze, si chiamavano Aladin e Genio. Stavano sorvolando il bosco diretti verso la Piana Azzurra Incantata.
“Certo! sali! Dove sei diretta?”
Mia rispose: “Voglio andare in Messico, patria della mia artista preferita, Frida Kahlo.”
Così i due nuovi amici di Mia acconsentirono a portarla in Messico, sostenendo i suoi sogni, i suoi progetti per il futuro e le sue aspirazioni.
Mia riuscì così ad uscire dal bosco, scappare dalle pressioni della sua famiglia e a costruirsi una nuova vita, proprio come sognava. Grazie al suo potere magico, incominciò a dipingere con acqua e fantasia i muri di città del Messico e di Buenos Aires, di Londra e Rio de Janeiro, di Parigi e Torino. Viaggiò così per tutto il mondo, portando la sua arte e i suoi murales in nazioni e paesi, villaggi e città.
Mia, divenuta grande, realizzò il suo sogno e divenne una pittrice di grande stima; possedeva tecniche particolari di pittura ed aveva uno stile unico ed inimitabile.
Pubblicò nel tempo un libro su come iniziare a disegnare e trovare il proprio stile, sostenendo che bastasse un pizzico di creatività e di coraggio nell’osare a fare qualcosa di diverso.
Un bel giorno, in Messico, Mia presentò il suo libro in una Biblioteca prestigiosa. Da lontano vide tre volti non sconosciuti…
Lei non poté crederci e strizzò gli occhi più volte per rendere l’immagine più nitida.
“Non ci posso credere! Quella è…! Quella è…! La mia famiglia!”, esclamò Mia con aria sorpresa e sbigottita; si avvicinò a loro e disse: “Cosa ci fate qui?”.
Il padre abbassando gli occhi rispose: “Figlia mia, le cose che hai fatto son magnifiche! Non avrei mai pensato che una tua passione da piccola potesse diventare qualcosa di grande nel tuo futuro e..”, lo interruppe la mamma che con grande emozione disse “ Siamo molto fieri di te e ci sei mancata ogni singolo giorno! I tuoi primi dipinti li abbiamo ancora lì, nella tua cameretta! Non potevamo cancellarli, era l’unica cosa preziosa che rimaneva di te e della tua persona”. La famiglia, dopo tanto tempo, si legò finalmente in un avvolgente abbraccio che sembrò durare un’eternità.
Mia capì che il suo cuore venne ascoltato, si sentì finalmente compresa ed amata nella sua unicità. Il fratello quel giorno le si avvicinò e bisbigliandole sussurrò all’orecchio: “Mia, hai il diritto di esser felice!”
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