Skip to main content

Un orco a New York

Tempo fa, nella grande città di New York, arrivò un nuovo cittadino. 

Era grande, alto e di color verde vomito, arrivava da una piccola città dell’Oregon.

All’inizio era molto a disagio e non riusciva ad ambientarsi.

La gente lo guardava male.

Non aveva soldi, così si ritrovò a dormire per strada.

Una notte, mentre dormiva, fu svegliato da un urlo. 

Aprì gli occhi e vide una sagoma che stava entrando dentro una caverna che si era aperta in una parete della metro.

L’orco non credeva ai suoi occhi, si avvicinò cercando l’entrata, provò e riprovò, ma niente.

Mentre si voltava per andare via, ad un tratto si sentì afferrare da dietro e si ritrovò nel buio pesto della caverna.

Ad un certo punto l’orco, terrorizzato, si accorse di essersela fatta addosso.

Un fetore orribile colpì le narici della sagoma, stava quasi per vomitare, lo mollò e gli disse “Ma cosa cavolo hai mangiato a colazione?”

“Forse uova marce e carcasse…”.

 L’orco era mortificato, ma allo stesso tempo aveva finalmente visto la faccia del suo rapitore: era un’orchessa molto brutta, se ne innamorò subito.

Era l’orchessa più bella che avesse mai visto, ma c’era un problema, l’orchessa odiava l’orco perché puzzava di sterco, non si lavava i denti ed indossava il kilt.

Mentre lei lo detestava, l’orco la guardava con gli occhi a cuore.

Era stufa, non lo sopportava più e, al primo buco che vide, con un calcio lo buttò dentro.

L’orco cadde giù, l’unica cosa che lei sentì furono dei fastidiosi urli che rimbombavano nella caverna.

L’orco si ritrovò in una strana dimensione abitata dai Puffi, ma questa è un’altra storia.

Nicolas, Ahmed, Elena
Scuola Primaria Ilaria Alpi a.s. 2022-23 – succursale Deledda